Le lacerazioni oggi sono forti, bruciano, mentre le gocce di sangue iniziano a cadere. Guardo il soffitto, la tela inizia a prendere forma. Inizio a camminare, passi svelti e veloci, fugacemente ripercorro giorni e luoghi, li riconosco senza difficoltà, rimarrei volentieri lì, fermo ed immobile, perso nel sogno di un momento, ma non si può e va bene anche così. Lascio le notti insonni alle spalle, quelle in cui nel mio letto c'era solo la solitudine, parlavo con il buio, visto che intorno non c'era altro. L'animo bruciava, sul fuoco delle illusioni passate e delle domande a cui non è riuscita a trovare risposta. A volte invece, la notte era tinta dalla passione, ruggiva di desiderio, cercavo di colmare i vuoti nel piacere della carne e disperdevo affetto con superficialità. Vattene via, malinconia abbandonami ora, non c'è spazio per te adesso. A quella bocca non mi avvicino più, lo giuro: che siano maledette le mie mani se oseranno ancora sfiorarti; che si spenga la luce dei miei occhi se proveranno a guardarti ancora, con quello sguardo pieno di sentimento; che il mio cuore possa fermarsi se oserà ancora farti entrare. Oggi chiudo i demoni con le loro ombre nella soffitta della mia anima. Il tempo passa, filtra tra un giorno e l'altro. Non rimpiango nulla, la maggior parte delle volte sapevo come sarebbe andata a finire, o comunque sentivo che era inutile proseguire ma non mi importava, volevo provare a cambiare il copione, distruggere il muro che avevo davanti. Bisogna fregarsene dei presentimenti, delle sensazioni, quello a cui bisogna dare importanza sono gli attimi, assaporarli nella loro totalità, con tutta la voracità che si possiede.
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