domenica 1 novembre 2015

E tu cosa vorresti?


La giornata è finita, dopo la classica doccia rigenerante decido di mettermi a letto. Non appena mi sdraio mi arriva un messaggio sul cellulare. Leggo, rispondo ed inizio a conversare con un'amica che non sento da tanto. Mi racconta che le cose con gli uomini non le girano bene, cerco di abbozzare e farle capire che non vale la pena stare male per chi ci fa stare male. La chiacchierata prosegue fluida. Cerco di fare del mio meglio ma non le sono molto d'aiuto, purtroppo quando si ha a che fare con determinate situazioni, si è soli, le persone che hai intorno possono provare a scuoterti ma il resto è roba tua. D’un tratto cambia argomento, inizia a farmi domande, del tipo “come va?”, “con quella tipa poi?”, le rispondo che attualmente non è che vada alla grande. La tipa, già, l'ho mandata via da un po’, prima che lo facesse lei come fece già tanto tempo fa. Era un copione che credevo si potesse riscrivere ma invece è stato tutto inutile. Parole, carezze, chilometri percorsi, risate, brividi... Tutto questo buttato nel cestino dei fallimenti, in una mattinata di fine estate. Sono andato a sbattere contro un muro fatto di cinismo e false speranze, non so a cosa mi sia servito ma va bene così. La vita è strana, quando tutto sembra davvero perfetto il disegno inizia a svanire, prende fuoco, tu cerchi di fare di tutto per salvarlo almeno in parte ma nelle tue mani alla fine non rimane nulla, a parte la cenere. Così il deserto dentro inizia ad avanzare, sei in una clessidra, la sabbia cade ma non te ne frega niente, anzi speri che ti seppellisca il prima possibile, perché è andata via una parte di te, qualcosa che non torna più e con la quale ti sentivi completo. Vieni a vedere qui dentro, a volte c’è solo silenzio, altre volte invece sembra sia in atto un uragano. Certe volte davvero non ci capisco niente nemmeno io, mi sembra tutto strano, tutto senza senso. Mi sembra di correre e girare sempre nello stesso posto, a vuoto, con lo sguardo rivolto in avanti ed il cuore fermo sempre negli stessi punti, tra disperazione, nostalgia e speranza. I pensieri viaggiano e continuano solo a fare casini, poi torna di nuovo lei, vuole azzannarmi il cuore ma stavolta non glielo lascio fare. Allora via di musica, fumo, birra e donne, poi mi sveglio ed a volte non so più nemmeno io quale sia la realtà, e ho paura di scambiarla per una bugia, un sogno o un’illusione. Allora di nuovo con musica, fumo, birra, donne, bugie, illusioni e false speranze, in un circolo senza fine, con la consapevolezza di non poter scappare ma provando a farlo lo stesso. - Senti, ma tu cosa vorresti? Cosa cerchi? - domanda la mia amica subito dopo aver letto le mie risposte. Non ne sono sicuro ma credo che vorrei trovare una persona con la quale invecchiare, con la quale sia un piacere invecchiare e condividere ogni attimo di vita, una con cui riuscire a “combattere” il tempo che scorre inesorabile. Vorrei una persona con cui non si abbia paura di nulla, qualcuno da proteggere e che allo stesso tempo ti protegga, una che sappia mettere ordine in questo mio caos. Vorrei una persona con la quale litigare, tremare, sudare, godere, piangere, gioire e così via, senza pensare a domani, senza pensare al “per sempre”, ma disegnandolo ogni giorno nel suo cuore, con le carezze, i baci, le incazzature... Perché un attimo in grado di fermare il tempo diventa eterno, rimane stampato sul tuo cuore come una fotografia che non svanirà mai. Vorrei una persona in grado di restituirmi quella parte di me che mi è stata rubata e che mi faceva sentire completo. E tu cosa vorresti? Alla fine cara amica, quello che conta davvero è ciò che si desidera, anche se spesso può sembrare impossibile da raggiungere.

venerdì 31 maggio 2013

Non entri


Alcuni pensieri, sono affilati come spade e sottili come pugnali: quando vengono a farti visita, non puoi fare altro che limitare le ferite. Quando la mente è accecata, gli occhi sono inutili per vedere. Puoi affidarti solo al cuore. Un po' come finire dalla padella alla brace, ma arrivato ad un certo punto non è che ti frega più di tanto della direzione che hai preso, cammini e basta, tanto cosa cambia? Certo, qualcosa può sempre cambiare, ma in quei maledetti attimi in cui il vuoto più totale ti pervade, e diventa sagoma sovrapposta alla tua anima, non te ne frega assolutamente nulla di come possa cambiare il tuo cammino. Avanti ad oltranza, aggrappandosi a quella maledetta droga chiamata "speranza", cercando di tamponare ferite, accarezzando graffi, considerando il dolore come un compagno di viaggio: è lì, ha pagato il biglietto del mio treno ora non posso cacciarlo. Ah, è vero, mi stavo dimenticando di te. Sei lì, ormai da parecchio tempo, sulla soglia della porta, mentre io sono seduto in casa a bere. Non entri, ma nemmeno te ne vai, mi piace guardarti, lì, immobile, mentre fumo una marlboro rossa. Non lo so perché non ti tiro dentro e nemmeno perché non ti allontano, credo comunque che io e te dovremmo fissare alcuni punti, di contatto. Lo sai, adoro quelle persone che conoscono il senso della “distanza", mai troppo vicine, mai troppo lontane, sempre al tuo fianco pronte ad esserci. Fa' la tua scelta dunque.

martedì 30 aprile 2013

mercoledì 27 febbraio 2013

Rimanere è troppo


Non capisco se dovrei sentirmi fortunato o semplicemente dannato. Quando cammino dentro me stesso sento sempre il suo odore, la sua presenza e scappo subito fuori, tra anestetici, illusioni e frustrazioni della vita quotidiana, anche lì sento il suo respiro, delicato e silenzioso, come se volesse farmi capire che in realtà lei c'è sempre, ma non vuole darmi troppo fastidio. Lei ogni tanto si perde e quando accade inizia a chiamarmi. Lo so, non dovrei rispondere al suo richiamo ma non ne sono ancora capace, non ho sapone con cui tappare le orecchie, non ho niente, sono perso anch'io, maledettamente. Certe persone sanno di aspettare invano ma non riescono a smettere di farlo. La speranza è una droga potentissima e subdola. Soffia su di me il vento degli attimi passati, lei sussurra, mi vuole fuori da me stesso, ma perché? Annegare nei vuoti dell'anima, provare a resistere per poi cadere, che senso ha? Continuare a sbagliare, gira che ti rigira sei sempre lì. Andare e poi tornare, rimanere è troppo. Sento che lei forse è tutto quello che vorrei, ma non posso averla. Dita fredde sulla pelle dell'anima, brividi che sanno di sangue e lame. Questa non è mancanza, non è malinconia, deve essere qualcos'altro, qualcosa che va oltre.  A volte, i ricordi ti compaiono davanti senza un perché, tu fingi d'ignorarli e loro per dispetto ti fanno uno sgambetto, facendoti cadere. Il mio non è un cuore malato e neanche pazzo, è semplicemente narcotizzato, da te. Se ti manco almeno avvisami.

martedì 22 gennaio 2013

Graffi della pioggia


La testa, è pesante la mattina al risveglio perché i sogni pesano come macigni, soprattutto quando decidi d'abbandonarli. Non ti rimane che alzarti nonostante tutto, in fondo è un altro giorno. Guardi la tua stanza, non cambia mai, cocci di vita e di morte sparsi in ogni dove, prima o poi andranno sistemati, ma non oggi. Inizia a piovere, così, senza motivo, di prepotenza appaiono i nuvoloni gonfi e neri, come i demoni che abbiamo dentro. Piove, sono accanto alla finestra, non la guardo, so benissimo che se lo facessi, le gocce di pioggia disegnerebbero il tuo viso su di essa. Ognuno cerca di intrappolare come può le ombre che si porta dentro, io di solito uso carta, penna ed una buona birra. Un tempo era lei a "proteggermi" da me stesso, era diventata la parte migliore di me, poi passò dalla parte del "nemico", ancora non mi spiego come sia successo, forse il motivo è quello che la gente chiama "fatalità". Guardo la finestra, della tua figura non c'è traccia, ci sono solo i graffi della pioggia, alcuni vanno via subito, altri invece rimangono e si ramificano. Mi sembra di vedere una metafora dell'animo umano, su questo vetro bagnato dalla pioggia: per quanto possa essere spesso il tuo vetro, ci sarà sempre qualcuno o qualcosa capace di lasciarci sopra un segno, o magari di sfondarlo. Vorrei avere un'anima simile ad una katana: sottile ma in grado di trapassare qualsiasi corazza. Un giorno potrei sempre rivederti, non si sa mai, mi piace immaginarmela così la scena: andarsi incontro, fermarsi a qualche passo di distanza, iniziare a scrutarsi, poi raggiungersi e scoppiare in un abbraccio liberatorio. Spero di non averti fatto emozionare, che ci vuoi fare, nel cuore tutto diventa eterno, anche le persone.

lunedì 31 dicembre 2012

Vi auguro


Vi auguro un anno pieno di gioia e serenità, sperando che sia davvero migliore dell'anno appena passato. Vi auguro di avere sempre sia il coraggio di sognare sia la forza per non mollare nei momenti più bui. Vi auguro di saper stringere i denti quando la vita picchierà un po' più forte e di sapervi rialzare se ella riuscirà a farvi andare a terra. Vi auguro di riempire il vostro cuore con parole e gesti d'affetto, ma non dimenticate di portare sempre con voi anche un "vaffanculo", non si sa mai! Buon anno a tutti!

mercoledì 5 dicembre 2012

Salvami

Notte tinta dal peccato, corpi voraci si divorano a vicenda, mentre la passione dipinge di rosso la carne avvolta dal vortice del desiderio. Baci sporchi, lascivi, dati per sentirsi un po' più pieni, rubati per sfuggire ai demoni, poi ci si ritrova a leccare i graffi, da soli. Quale incantenvole magia il tuo corpo. Non ti accorgi che l'unico modo che ho per sentirmi vivo è quello di morire ogni notte sulla tua pelle. Sì, ho paura, ma non preoccuparti, usami pure senza pudore, non mi interessa ora, mi basta anche essere un piccolo e tiepido riflesso sulle pareti della tua anima. Non so cosa tu possa mai volere da me, so solo che di qualsiasi cosa possa trattarsi, io proverò a dartela. Ecco perché mi fai paura. Posso sparire in un istante come puoi farlo anche tu, quindi sfamiamoci adesso senza esitazioni. Non esiste freddo quando sei qui, per cui fatti sentire, fallo più forte che puoi, mangia le tue paure, distruggi questa corazza, sfondami dentro una volte per tutte. Salvami. Ti guardo negli occhi ora, mi perdo dentro te, in quel velo di tristrezza che copre i tuoi occhi, delicato mi avvolge e sale la rabbia per un destino così ingiusto.